L'interesse verso l'incisione nasce con la maturità in un impegno di sperimentazione e affinamento tecnico che abbraccia l'arco di 25 anni.
L'artista incide circa 60 lastre dal 1935 al 1960. Oltre a usare l'incisione e l'acquaforte, predilige l'acquaforte acquatinta, una tecnica settecentesca, impegnativa dal punto di vista tecnico e poco usata in epoca moderna in Italia.
In questa gli effetti tonali dal nero al bianco in una successione di grigi si avvicinano al disegno acquerellato a china molto usato dall'autore. L'intento dell'artista è rallegrare attraverso mezzi raffinati in un linguaggio garbato che raccoglierà l'entusiasmo di molti, specialmente tra gli illustratori.
Si dedica anche all'acquaforte cera molle che produce l'effetto di un disegno eseguito a carboncino.
Verso agli anni '50 esegue una serie di incisioni su gomma tipografica dedicate all'illustrazione dell'Iliade.
Gambetta è presente alla XXIII° Biennale di Venezia (1942) e alla IV Quadriennale di Roma (1943) con alcune acquatinte.
Nel dopo-guerra partecipa a numerose esposizioni nazionali dedicate all'incisione. Nel 1953 viene a contatto con Gabriel Mandel, eclettica figura di intellettuale, incisore egli stesso e molto ancora.
Con l'Associazione Nazionale Italiana Incisori ,da lui fondata e la prima in Italia, Gambetta partecipa alle mostre che si svolgono alla Galleria d'Arte Moderna di Parigi, XVII Peintres Graveurs 1953 e al Salon d'Hiver XLVI 1954. Le acqueforti a cera molle sono acquistate per le Collezioni.
Nell'estate del 1957 Gambetta accoglie nel suo studio il pittore americano Maltby Sykes e lo guida nell'apprendimento delle tecniche dell'acquaforte.
|